Non ha mezze misure Bill Gates. Il celebre imprenditore che ha il merito di aver fondato Microsoft ha deciso di prendere parola per lanciare una proposta che è alquanto azzardata. L’uomo più ricco del mondo ha infatti fatto notare quello che è l’apporto dei robot sul mondo del lavoro, macchine che vanno a sostituire il lavoro svolto da esseri umani. Gates, forse per provocare globalmente lo sviluppo tecnologico sul settore lavoro, ha proposto di inserire una tassa per i robot usati al posto di esseri umani.
“Se un essere umano guadagna 50 mila dollari all’anno, lavorando in una fabbrica, deve pagare le imposte”, spiega lui intervenendo alla Conferenza sulla sicurezza a Monaco. E che ne è invece delle macchine? “Se un robot svolge gli stessi compiti, dovrebbe essere tassato allo stesso livello”. Ecco allora che il suo messaggio acquista subito un peso importante. Lo stesso imprenditore ha cercato di motivare il suo pensiero andando a parlare proprio di futuro lavorativo. Essendo lui stesso un imprenditore, sa bene che anche a livello aziendale, tassare i robot potrebbe essere un’idea interessante. Il motivo è presto detto: “L’utilizzo dell’intelligenza artificiale può generare profitti con risparmi sul costo del lavoro”.
Uomo-macchina: sostituzione che può salire fino al 45%
Per mister Microsoft sarebbe opportuno prendere in considerazione una doppia imposizione. Visto il risparmio a livello di costo di lavoro, le imprese che potrebbero pagare questa tassa sono da un lato quelle che costruiscono i robot, e dall’altra quelle che li installano per usarli al posto di dipendenti umani.
I dati sono allarmanti in terrà americana, dove si stima che siano otto milioni i posti che potrebbero essere persi a causa dell’automazione. Se ci spostiamo invece in Europa e in modo particolare in Gran Bretagna, la questione peggiora: in base alle stime i posti in questione sarebbero 15 milioni. Parallelamente vi sono diverse ricerche che parlano di un allarme tecnologico “senza motivo”, poiché si considera che solo il 5% delle occupazioni saranno realmente cancellate.
E’ vero però che la percentuale più allarmante parla di una soglia di sostituzione che arriverà a salire nel tempo fino al 45% tra uomo e macchina.
Al tempo stesso però ci si chiede anche che tipo di compiti possano essere affidati completamente ai robot. Il dibattito è ancora ben aperto e non è mai stato così vivo: esperti, dipendenti e aziende sono all’opera per cercare di capire quale sia la giusta soluzione.
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